La Gigantomachia secondo Kentaro Miura
Gigantomachia è un fumetto autoconclusivo ideato e disegnato da Kentaro Miura, celebre autore dell’altrettanto noto Berserk, pubblicato in Italia nel 2015 da Planet Manga.
Il nome dell’opera è un chiaro riferimento al mito greco della Gigantomachia, che narra la feroce guerra tra i giganti e gli Dèi dell’Olimpo. Nel mito i giganti, aizzati dalla loro madre Gaia, dichiarano guerra a Zeus e alla sua corte. I giganti sono enormi creature antropomorfe, dotate di code di serpenti al posto delle gambe e incredibilmente forti. Tanto forti da impilare tre montagne per raggiungere l’Olimpo. Nonostante ciò, i giganti vengono battuti dagli Dèi e banditi sotto terra.
Lo scontro tra le due fazioni è pregno di epicità e brutalità, tratti tipici dei miti greci. Si potrebbe pensare che sia il materiale perfetto per essere lavorato da un autore come Kentaro Miura, un autore dalla narrativa matura, capace di trasporre la crudeltà del mondo reale in un mondo fantasy, popolato da personaggi quanto mai realistici e tridimensionali. È riuscito ad imporsi nel panorama mondiale anche come artista, elevando il medium del fumetto grazie al suo stile. Ma, con Gigantomachia, Miura cambia completamente il registro.
Un’opera sperimentale
Ambientato cento milioni di anni nel futuro, dopo un terribile cataclisma che ha decimato l’umanità, l’opera mostra uno spaccato del viaggio di Delos e Prome. Il loro obiettivo è aiutare le popolazioni soggiogate dall’Impero (chiamato anche Olimpo) e liberare i giganti che vengono usati come armi dall’Impero stesso. Nella storia raccontata, i due protagonisti sono in cerca del villaggio degli uomini-insetto col fine di aiutarli contro l’Impero e salvarli da loro stessi. Una storia di ottimismo e speranza che nei suoi risvolti, però, risulta essere piuttosto derivativa. Sembra essere un banco di prova per l’universo creato da Miura.
I personaggi, sfortunatamente, non migliorano la situazione, risultano essere privi di profondità e molto stereotipati. Delos è il lottatore forzuto, dal buon cuore ma con poca materia grigia. Prome, d’altro canto, è una ragazza molto intelligente, analitica e dotata di misteriosi poteri magici. Entrambi esprimono il loro massimo potenziale quando agiscono insieme. Difatti, Delos può trasformarsi in gigante grazie ai poteri di Prome, che funge anche da cervello del duo. Nonostante il duo funzioni piuttosto bene e riesca a regalare qualche gag molto giapponese, non risulta essere indimenticabile.
Dal mito al fumetto
Vi sono alcuni riferimenti alla mitologia greca e al mito a cui Miura si è ispirato. A partire dai nomi dei protagonisti: Delos riprende il nome dell’isola Delo che, nella mitologia greca, è la culla del dio Apollo e della dea Artemide; Prome, invece, è un richiamo al nome del titano Prometeo, colui che donò il fuoco agli uomini e che ne supporta il progresso. In questo caso, Prome dona a Delos la possibilità di trasformarsi in gigante e, di conseguenza, la speranza ai popoli e ai giganti soggiogati dall’Impero.
È interessante osservare come, nella Gigantomachia secondo Kentaro Miura, è l’Olimpo ad incarnare la forza distruttrice e generatrice di caos. Nel mito originale, sono i giganti che attaccano l’Olimpo, rappresentando di fatto la contrapposizione del caos, portato dalla ribellione dei figli di Gaia, all’ordine, rappresentato dagli Dèi.
Inoltre, Delos ricopre il ruolo che Eracle ha nel mito greco, ma per la fazione opposta. Il semi-dio, infatti, contribuisce enormemente alla vittoria di Zeus e della sua corte sui giganti. Allo stesso modo, Delos è fondamentale per la vittoria degli uomini-insetto sull’Olimpo.
Difatti, Kentaro Miura non segue pedantemente il mito greco venendone limitato, ma ne prende ispirazione e ne stravolge i punti chiave per creare un universo interessante.
Un gioiello artistico
Il cuore di Gigantomachia si trova nel comparto artistico. Miura non si è risparmiato, confermando ancora una volta la sua fama di grande disegnatore. La realizzazione tecnica è impeccabile, con uno stile realistico e una cura per ambientazioni e personaggi quasi maniacale. Gli scontri sono dinamici e leggibili, anche nei momenti più concitati. Il design delle ambientazioni delle creature incontrate da Delos e Prome è molto ricercato, a tratti bizzarro ma sempre affascinante. Il tratto risulta essere pulito e deciso. Unito al chiaro-scuro tratteggiato, ricorda alcuni dei lavori di Gustave Doré.
Gigantomachia è una palese valvola di sfogo dell’autore, per prendere una pausa dai toni cupi di Berserk e sperimentare qualcosa di nuovo. Nella Gigantomachia di Kentaro Miura l’atmosfera è più leggera, c’è un senso di scoperta e meraviglia per i posti visitati e le persone conosciute. L’opera è pervasa da sentimenti di speranza e ottimismo. Purtroppo, le carenze dal punto di vista narrativo sono evidenti mostrando la natura sperimentale dell’opera. L’universo è molto promettente e l’idea di twistare alcuni elementi del mito originale è molto interessante. Purtroppo, per ora, l’opera è consigliata ai fan del maestro Miura, per chi è alla ricerca di un fumetto artisticamente valido o a chi è alla ricerca di un’opera sperimentale.
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