Cinepatia: cinema ed empatia
Ciò che spinge un individuo ad aprire il computer, andare al cinema o accendere la televisione per guardare un film, è dettato da svariate motivazioni: ludiche, ricreative, o semplice curiosità. La verità è che, molto spesso, si ricerca nella visione più di un’ora e mezzo di vuoto.
Spesso la scelta può essere condizionata da elementi più profondi, inconsci: può essere un modo per affrontare le proprie emozioni e stati d’animo.
“Questo film parla di me”: immedesimarsi
La cinematografia offre un’infinita gamma di personaggi e di trame di eventi, nei quali parecchie volte (leggi: sempre) lo spettatore non può far altro che immedesimarsi. Il coinvolgimento, in una narrazione audiovisiva, coincide con l’impegno intellettivo volto a comprenderne e metabolizzarne il senso.
Il repertorio è vasto, dissezionato, la combinazione degli elementi contribuisce a creare quella situazione particolare nella quale ci si immerge completamente, un modo per osservare dall’esterno il proprio universo interiore.
Anche quando (leggi: soprattutto) i fatti sono tragici, se una storia ha colpito nel segno, produrrà in chi l’ha seguita un intimo moto di conferma appagante e, di pari merito, un gradito suggerimento su come interfacciarsi con gli altri, oggi e domani.
Cinema e cervello: neuroni specchio
L’immagine mentale prodotta dalle percezioni sensoriali e dalle sintesi cerebrali può essere considerato come un medium primario della conoscenza attraverso il quale l’uomo si forma una rappresentazione e, quindi, un’interpretazione del reale.
Tra il cinema e il cervello esiste un legame molto stretto ed è rappresentato dai neuroni specchio: una classe di neuroni che si attivano in maniera selettiva sia quando si compie un’azione, sia quando si vede compiere un’azione. Essi sono importanti per i meccanismi che generano empatia e immedesimazione e, dunque, scelta di un particolare tipo di film.
Mezzi Cinematografici
Partecipiamo emotivamente a quello che succede nel cinema, ci immedesimiamo, ci commuoviamo. questo accade perché abbiamo dei neuroni specchio, dei neuroni che si attivano quando vediamo un attore che fa un gesto, che compie un’azione, che si emoziona. Se un attore si emoziona io attivo gli stessi neuroni cerebrali, le stesse reti neurali.
– Giulio Majra
Ad aiutare lo spettatore nella catabasi del film, contribuiscono senza alcun dubbio i mezzi cinematografici come il flashback, il sogno, i pensieri che prendono forma rappresentativa e via dicendo.
È una narrazione peculiare, a tutto tondo, che abbatte le pareti e lascia spazio all’empatia dello spettatore. Di questi sapienti espedienti, è possibile scorgere il funzionamento e l’efficacia proprio sulla base della loro analogia con il comportamento della mente umana e nel loro differenziarsi con le forme della realtà, soggettiva e oggettiva. E qui avviene il riconoscimento: lo spettatore si riconosce, vuole sapere come va a finire la vicenda e si affeziona a quel personaggio.
Qual è il tuo film preferito?
Si arriva ad una domanda: qual è il tuo film preferito?
Sarà capitato di riguardare un film più volte per motivi diversi. Sicuramente un motivo è che quella determinata storia scaturisce una qualche emozione. Film che si guardano per ridere, per piangere, perché danno una lettura, una risposta in certi casi.
E se quel film, inconsciamente, fosse una rappresentazione del proprio mondo interiore?
Domande che generano altre domande, in attesa di risposte infinte.
AS