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Stranger Things: chi ha paura del mostro?

Se c’è una serie del cuore che tiene con il fiato sospeso da anni, quella è proprio Stranger Things: gioiello di punta di Netflix, arriva alla quarta, e penultima, stagione a tre anni di distanza dalla terza (complice il Covid). La serie ha riportato in auge gli anni ’80, la musica soft pop e rock, con le prime sperimentazioni elettroniche tipiche di quella decade, e i giubbotti bomber di colori improbabili. Ma Stranger Things ci insegna molte cose, in realtà: il rispetto per il diverso e la paura.

Il logo della serie

I protagonisti di Stranger Things non sono i maledetti della Generazione Z di Euphoria o i Millenials di Skins, dediti a droghe e dipendenze per combattere la noia ma, semplicemente, degli sfigati: molto più reali dei personaggi di molti teen drama. E, forse, è per questo che ci piacciono tanto.

[DISCLAIMER: seguono spoiler sulla quarta stagione di Stranger Things]

La Quarta Stagione: il cattivo più cattivo di tutti

L’ultima stagione di Stranger Things ha sciolto molti dubbi: finalmente si è fatta la conoscenza del cattivo supremo, quello che ha scatenato quelle cose strane successe nelle precedenti avventure di Undici e Co. Sono, però, sorte anche nuove domande: gli ultimi due episodi, andati in onda sulla piattaforma streaming il 1 di luglio, hanno lasciato milioni di fan devastati. Sorvolando la lunghezza eccessiva (due mini film), entrambi gli episodi sono stati carichi di avvenimenti drammatici, fra cliff-hanger e tasselli mancanti di un puzzle.

È soprattutto l’epilogo a dare la botta finale: sembra che non vi sia scampo a ciò che di orrendo succederà in futuro. Il destino di Hawkins e dei suoi abitanti è segnato. Come dicevamo qualche rigo prima, durante l’ultima stagione è presentato Vecna, l’origine di tutto ciò che di malvagio è successo nelle puntate precedenti. Conosciamo la sua identità alla fine del primo volume e solo alla fine, nelle ultime due puntate, la sua storia.

Vecna

Egli è molto diverso dagli altri mostri che i nostri eroi hanno dovuto combattere nel Sottosopra e nel mondo reale. Vecna è senziente, umanoide e in cerca di una vendetta che architetta nel modo più infido possibile. Ma ci arriviamo gradualmente.

Lasciamo un attimo Vecna…

Lasciamo da parte un attimo Vecna e concentriamoci sui nostri protagonisti del cuore: il gruppetto, saldo delle prime stagioni, sembra essersi sfilacciato. Mike, Will, Max, Undici e gli altri sono cresciuti, sono nel pieno della loro adolescenza. E sono lontani: mentre gli altri sono rimasti a Hawkins e cercano sopravvivere a quella giungla che è il liceo, Will, Jonathan e la loro madre (grandissima Winona Ryder) si sono trasferiti con Undici in California, a Lenora Hills.

Una scena della quarta stagione

Non più bambini

La quarta stagione di Stranger Things inaugura un periodo della vita dei protagonisti che conosciamo bene: l’adolescenza. Tutti loro sono rimasti segnati da ciò che è successo: la morte di Billy, la perdita dei poteri di Undici, la scomparsa di Hopper (apparentemente). Non sono più bambini.

A ciò si uniscono i problemi tipici dell’età: Dustin, Mike e Lucas iniziano a frequentare il liceo senza Will. Non sono popolari, anzi, essere nerd li porta a essere esiliati. Esiliati perché diversi. Lucas non ci sta ed entra tra le riserve della squadra di basket mentre i suoi due amici vengono presi sotto l’ala protettrice di Eddie Munson.

Una scena della quarta stagione

Undici e Will si ritrovano catapultati in una scuola nuova, in una città nuova, con delle persone nuove: il dramma di ogni adolescente. Undici è perennemente triste per la morte di Hopper, senza poteri e, per di più, viene presa di mira a scuola; ha perso fiducia in se stessa, non riesce a inserirsi in questo nuovo tessuto sociale. Anche Will, dal suo canto, ha nostalgia dei suoi amici, soprattutto di Mike. Magari il liceo, se non fosse stato da solo, sarebbe stato più semplice da affrontare.

Caso a parte, Max: Max vuole scomparire. Dopo la morte atroce del fratello Billy, Max vuole cancellarsi poco a poco. Si sente tremendamente colpevole per quanto accaduto: lei stessa aveva desiderato la morte del fratello – ricorderete che tra loro non correva buon sangue – e si colpevolizza perché non ha potuto salvarlo.

Max nella Quarta stagione

Max è uno dei personaggi di spicco in questa stagione: l’abbiamo lasciata alla fine della terza dilaniata dalla perdita del fratello Billy. Max non vive più, o meglio, vive sospesa tra la realtà e il suo dolore. Anestetizza tutto. La notte, però, i demoni tornano a trovarla, più forti di prima. Notte dopo notte, il buio si impossessa di lei. A scuola è assente, sembra aver dimenticato i suoi amici. Inizia a frequentare la psicologa scolastica e lì accade qualcosa di strano: i suoi mal di testa aumentano e lo stesso accade agli incubi. Max sembra essere spacciata. L’unica cosa che le fa tenere i piedi per terra è la musica: la sua canzone preferita è Running Up That Hill di Kate Bush, che ascolta in continuazione. E, forse, le ricorda che respira ancora.

Max affronta questo grande trauma e la perdita da sola, convinta che debba essere solo cosa sua. Sceglie la solitudine, sceglie di allontanarsi dai suoi amici, convinta di essere strana e diversa. Troppo pesante per la leggerezza della sua età. Sola dentro la stanza del suo dolore, con gli occhi appannati sul mondo. Si sbaglia di grosso.

Torniamo a Vecna…

È qui che l’infido Vecna entra in gioco. Infido perché, chiariamo subito, Vecna è un essere ripugnante. Ma ha anche dei sentimenti. Vecna (alias Henry Creel), scopriranno i nostri amici, è l’origine di tutto: colui che, sin dalle prima stagione, ha mosso i fili di tutte le sventure.

Henry Creel, alias Uno, alias Vecna

Egli non è altro che Uno (ma lo sapevate già): ha poteri potenti quanto quelli di Undici. Sin da bambino padroneggia abilmente (diversamente dalla ragazza) la telecinesi e la telepatia, che gli permette di creare forti allucinazioni. Nel secondo volume della quarta stagione, si viene a conoscenza, finalmente, di cosa sia accaduto a Undici quando era bambina. I due si affrontano in un combattimento mentale che lascia Undi quasi privata della vista. La bambina scaraventa Uno nel Sottosopra, aprendo un varco. E lì, Henry Creel diventa Vecna, quella che sembra essere l’unica entità in grado di spostarsi liberamente tra i due piani aprendo nuovi varchi fra ogni volta che miete una vita.

Uno e Undici in una scena

Vecna utilizza i suoi poteri per attirare e indebolire le sue vittime: le uccide dentro per ucciderle fuori. Il mostro non sceglie a caso le sue vittime: si nutre delle paure, delle colpe di tutti loro. Sceglie quelli che provano malessere, le più sole. Max rientra perfettamente in questi canoni;lo stesso vale per Nancy, in tremenda colpa per la morte di Barb, avvenuta nella prima stagione. Ci sarebbe rientrata benissimo anche Carrie, la giovane protagonista dell’omonimo romanzo di Stephen King (1974): chissà se l’avrebbe spuntata a suon di telecinesi.

Sembra che Vecna si nutra delle sue vittime per sviluppare un collegamento ad alveare nel quale lui è al centro. Sono sempre con lui, spiega a Undici.

Paura e diversità

In Stranger Things, è evidente che il tema della diversità viaggi molto vicino a quello della paura: la paura di non essere adatti, di essere da meno, di essere diversi. Sicuramente ognuno, almeno una volta, ha pensato di essere diverso. Anche chi, apparentemente, nel gruppo indistinto ci sta bene. Pensiamo alla povera Chrissy Cunningham: oltre al bel faccino da ragazza popolare, aveva ben altro da nascondere. E qui, la paura di mostrare il diverso.

Stranger Things insegna come si può fare del diverso un punto di forza e costruire un proprio equilibrio tra ciò che sei e ciò che ti circonda. Non essere un punto in mezzo a tanti punti, ma il punto. Vecna si nutre e distrugge chi non ha questo coraggio: aumenta la paura, apre un buco nero e ti immerge nelle tenebre. Ma scorda un elemento importante: non si è soli.

A questo punto, alla domanda, “Chi ha paura del mostro?” ridi. Ridi perché il mostro lo combatti.

Carrie: una perfetta compagna di scuola

Non tutti hanno la fortuna di avere amici così coraggiosi. C’è chi nel baratro ci finisce: una storia triste è quella di Carrie. Sì, quella Carrie, la ragazza bullizzata dai suoi compagni di scuola, con la madre pazza da legare. Se Carrie avesse conosciuto i nostri amici di Hawkins, sarebbe andata diversamente?

Carrie White

La protagonista di Stephen King somiglia molto a Undici, con una sostanziale differenza: Undici capisce di non essere un mostro. Entrambe lottano per adattarsi a un contesto che non accetta l’atipico, entrambe vengono prese di mira. Undici la supera grazie ai suoi amici. A Carrie, invece, il destino gioca un brutto tiro: si getta nelle braccia del buio e si vendica dei torti subiti. In modo plateale e truculento ma la sua era solamente una voce che meritava di essere ascoltata e compresa. E ci ricorda che il diverso non deve fare paura.

AS