Stardew Valley: abbandoneresti tutto per cambiare vita?
In Italia non mancano progetti che mirano a riqualificare e rivitalizzare il tessuto socioeconomico locale puntando alle risorse del territorio, e quindi a uno stile di vita diverso, più solidale, a stretto contatto con la natura, e dove le relazioni contano davvero.
È il consueto ciclo composto dalla fine delle ferie e dal ributtarsi a capofitto nella quotidianità lavorativa a restituire l’idea di abbandonare tutto, rifugiandosi in una fattoria lontano da lavori spesso frustranti e soffocanti: proprio in quest’ottica si inserisce il videogioco Stardew Valley.
Una nuova vita a Pelican Town
Stardew Valley è un farming roleplay game ispirato a Harvest Moon, creato da Eric Barone (ConcernedApe) e pubblicato nel 2016 da Chucklefish per PC. Visto il successo è stato successivamente portato su PS4, XboxOne, Nintendo Switch, iOS e Android.
La premessa della storia è molto semplice: come impiegato dell’azienda Jojo Corp., stanco del tuo lavoro monotono e frustrante decidi di prendere in mano il testamento di tuo nonno per prendere in eredità la fattoria di famiglia a Pelican Town, un paesino nella Stardew Valley.
Abbandonata la grigia realtà aziendale e giunti a destinazione ci troveremo davanti un rudere da sistemare ma anche tante attività e missioni con cui aiutare i cittadini di Pelican Town.
Eric Barone ha realizzato da solo ogni aspetto del gioco, optando per una grafica in Pixel Art semplice ma dai colori saturi che ben ne definisce ogni elemento: una scelta che ben si sposa con la storia poiché riesce a evocare un senso di nostalgia, felicità e di ritorno alle cose più semplici.
Questo è evidente anche del semplice trascorrere delle stagioni, ognuna caratterizzata da determinati colori e suoni; come ad esempio l’autunno, in cui abbiamo colori caldi e terrosi che evocano nostalgia, mentre la primavera mostra colori lussureggianti e vivaci perché si ritorna alle attività.
A questo si unisce un design intelligente, semplice e funzionale che accompagna un sistema di gioco fatto di routine, attività e missioni da organizzare. Perché c’è veramente molto da fare a Stardew Valley! Infatti come in ogni farming simulator il nostro tempo è scandito da giornate in cui svolgere diverse attività. Possiamo quindi dedicarci alla nostra fattoria coltivando la terra o curando gli animali, andare a pesca, esplorare le miniere e combattere i mostri, o conoscere meglio gli altri abitanti di Pelican Town.
Il punto focale di Stardew Valley è uno: come decidi di vivere la tua esperienza nella fattoria dipende da te.
A questo proposito diventa centrale il community center e il Joja supermarket.
La nostra vita aziendale infatti sembra perseguitarci anche a Stardew Valley e un asettico supermercato targato Joja Corp vuole sfruttare il community center come magazzino.
Sta a noi decidere se optare per una via che si basi sulla solidità e comunità salvandolo e portandolo agli antichi splendori.
Aiutare una comunità per aiutare se stessi
È proprio l’aspetto sociale, di comunità, ad essere centrale nel gioco.
E questo è chiaro sin dall’inizio, con la nostra fuga dalla nostra monotona vita.
Nell’immaginario, (e con una realtà che smentisce ben poco) le aziende hanno assunto i toni di un corporativismo asettico e alienante. Strutture fredde e impersonali che spengono la creatività, imponendo ai propri e sostituibili dipendenti compiti ripetitivi, i quali non richiedono identità e coinvolgimento.
Una gabbia frustrante, che tende a isolare le persone allontanandole da un senso di unità e comunità.
Stardew Valley prende proprio tale concetto, dando però al giocatore l’opportunità di allontanarsi da tutto questo e creare un personaggio con un’identità e uno scopo in una comunità.
È vero che l’obiettivo principale è quello di portare la fattoria al suo antico splendore, rendendola parte fondamentale della piccola economia di Pelican Town, ma il gioco pone grande attenzione alle relazioni che intercorrono tra gli abitanti.
Basti pensare che grazie a regali e gentilezze ci vengono rivelati i lati nascosti di questi personaggi, i loro sogni e paure. Così da costruire una relazione più profonda che diventa la vera ricompensa.
C’è così tanto da fare che è facile giocare e perdersi per ore tra i pixel di Stardew Valley. Curiosando nelle miniere, conoscendo improbabili mostri o maghi o semplicemente curando i nostri campi e i nostri allevamenti. Ogni compito, anche il più piccolo, suscita un senso di appagamento che spinge a proseguire. A fare meglio per aiutare la comunità di Pelican Town in cui ci sentiamo sempre più di farne parte.
Costruire il proprio percorso, giorno dopo giorno, la comunità e le relazioni. Perché il videogioco di Eric Barone non mostra solo come rinnovare una fattoria disastrata ma sottolinea l’impatto che le interazioni e le connessioni hanno su noi e gli altri.
CC