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Moxie: Come ti porto il femminismo tra i banchi di scuola.

Vivian: “Ehi, mamma, che cos’è che sta a cuore ai sedicenni?”

Sig. Carter: “Quando avevo sedici anni io, l’unica cosa che mi stava a cuore era distruggere il patriarcato e distruggere tutto!”

– Vivian e sua madre
Una delle locandine di Moxie

Ricetta per il classico teen americano

Ingredienti e procedimento.

Un liceo dal nome improbabile con annessa squadra di football e basket in una città degli States qualunque; una catena sociale ben distinta; una protagonista (con una migliore amica forever) timida e introversa e ignorata dal resto della popolazione scolastica, il cui unico obiettivo è quello di essere ammessa in un college prestigioso e costosissimo. Aggiungete una buona dose di drama adolescenziali e il classico evento che mischia le carte in tavola.

Bene, avete tutto? Agitate con energia e versate con tanto di oliva da Martini (bello carico) uno degli ultimi film usciti nella piattaforma streaming Netflix il 3 marzo 2021: Girl Power, la rivoluzione comincia a scuola, titolo originale Moxie.

La data non è casuale: un modo originale per ricordare l’8 marzo, la Giornata internazionale della donna.

Il film si presenta come una riflessione sul concetto di parità di genere, utilizzando l’espediente delle vicende di un liceo americano, alcune volte portando all’esasperazione l’argomento.

Ma si apprezza il tentativo: attraverso il genere della commedia, l’intento è quello di sensibilizzare le nuove generazioni (e anche le vecchie, perché no?) riguardo una delle questioni più dibattute nella nostra società. Se si fa un giro sul catalogo di Netflix, è possibile trovare titoli dalla trama abbastanza simile: basti pensare a le Reiette (the Outskirts) del 2017.

La piattaforma, inoltre, vanta anche un numero considerevole di serie che vogliono affrontare le più disparate tematiche giovanili: dalle più recenti Atypical, Sex education e TH1RTEEN R3ASONS WHY (solo per citare alcuni titoli) a quelle più datate come Skins (2007-2011).

Ovviamente la regia non può che essere tutta al femminile: Amy Poehler, regista e attrice – nonché co-presentatrice insieme a Tina Fey del Golden Globe 2021 – porta sullo schermo il romanzo Girl Power di Jennifer Mathieu (pubblicato nel 2015), come denuncia visibile della discriminazione ancora oggi evidente all’interno delle mura scolastiche, gridando alla parità dei sessi.

Locandina Netflix di Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola (Moxie)
Una trama-contenitore.

La trama è un ampio contenitore della Tupperware che accoglie e mescola come un’insalata di riso gli elementi classici della teen comedy. Dimostra come dagli stereotipi si possa ricavare qualcosa di nuovo.

Vivian Carter (Hadley Robinson) è un’adolescente di sedici anni taciturna e intelligente, che sta per iniziare il suo terzo anno di liceo presso la Rockport High School. Attorno alla sua vita ruotano una madre dal passato ribelle (Amy Poehler) e la sua migliore amica Claudia (Lauren Tsai), con la quale condivide un’amicizia di lunga data e una vita sociale non proprio attiva.

All’interno delle mura scolastiche si respira un’aria molto sessista, soprattutto grazie ad una lista online che etichetta e avvilisce le ragazze. Questo problema evidente sembra non essere preso in considerazione dal corpo docente, il quale si gira dall’altra parte.

Qualcosa scatta in Vivian nel momento in cui arriva una nuova studentessa, Lucy (Alycia Pascual-Pena): lei è l’unica a reagire e ad avere il coraggio di difendersi dalle prepotenze da parte della popolazione maschile, capeggiata dal capitano della squadra di football Mitchell ( Patrick Schwarzenegger).

Perché devo essere io ad ignorare lui?

Non può evitare di fare lo stronzo?

– Lucy

Prendendo sempre più coscienza della situazione e ispirata dalla giovinezza da Riot Grrl di sua madre, la ragazza decide così di scrivere e pubblicare in forma anonima una rivista, Moxie, che affronta il tema del maschilismo presente ed incinta tutte le ragazze ad alzare la testa e ribellarsi.

Moxie ha da subito successo tra le studentesse ed è il faro che le spinge a dar vita ad un vero e proprio movimento femminista interno.

Vivian (Hadley Robinson) stampa il primo numero di Moxie

Il movimento Riot Grrrl

fanzine Riot Grrrl

La fanzine prende spunto dal movimento Riot Grrl, un sottogenere del punk rock, degli anni ’90 caratterizzato soprattutto da posizioni di forte femminismo militante, attivismo politico e lotta al patriarcato.

Sono gli anni in cui le donne iniziarono a prendere più coscienza di loro stesse, del loro corpo e del loro diritto al sesso affrontando anche in diverse riviste questioni fino ad allora coperte da omertà – come lo stupro, l’aborto, la cultura maschilista, l’abuso domestico, la sessualità, il razzismo e la disparità di genere -. Temi che si ritrovano anche nei testi delle canzoni delle band tutte al femminile formatesi in quel periodo come le Bikini Kill e le Gossip.  

Nella sua camera, Vivian scava nel baule dei ricordi e trova la soluzione: la rivoluzione è cominciata.

Allarme Moxie: L’unione fa la forza!

La pubblicazione di Moxie apre finalmente gli occhi alle ragazze del liceo.

È l’inizio di una lotta giornaliera contro gli atteggiamenti maschilisti della Rockport High School: da gesti innocenti come disegnarsi stelle e cuori colorati sul dorso della mano fino a una vera e propria battaglia contro il dress code imposto dalla scuola solo alle studentesse e al riconoscimento di premi sportivi, ingiustamente, assegnato solo ai ragazzi.

Più le ragazze si impongono, più la piccola sommossa si propaga fino a coinvolgere più studenti, anche di sesso maschile, come Seth Acosta (Nico Hiraga), il quale si innamorerà di Vivan, ricambiato. Nel frattempo, le ragazze, non solo trovano il coraggio di reagire, ma scoprono un altro fattore importante: l’unione fa la forza.

Siamo molto più di loro! Rompiamo il soffitto di cristallo!

-Moxie

Unite inizialmente da Moxie, creano un vero e proprio gruppo e diventano amiche, supportandosi, scoprendo che la vera rivoluzione si crea mettendo insieme le loro voci e donando la propria a chi ha paura di parlare o di esporsi.

Moxie diventa un momento di condivisione che allontana la solitudine, in cui ogni membro si sente accettato e in pace con se stessa. Liste e soprusi misogini sono ormai un ricordo lontano: queste ragazze hanno imparato ad alzare la testa.

Una buona base ma su cui lavorare
Scena tratta da Girl Power – La rivoluzione comincia a scuola

Nonostante il film presenti presupposti postivi, non mancano alcune falle e criticità.

Molti personaggi, che avrebbero potuto essere approfonditi e offrire più elementi di riflessione, rimangono sullo sfondo: è il caso della ragazza con disabilità che si va a confondere nella cornice studentesca della Rockport High School.

La protagonista, infatti, rimane sempre una ragazza americana bianca, anche se, nei panni di co-protagonista, Lucy fa sentire la voce delle ragazze nere.

Inoltre, spesso la pellicola cade nei classici tropi del genere teen e l’argomento della parità di genere viene abbastanza esasperato. I dialoghi, tuttavia, non ne risentono particolarmente tanto da risultare tendenzialmente verosimili; seppure il mantra “Abbasso il patriarcato” divenga una sorta di disco rotto che aleggia per tutta la durata del film, in più occasioni abusato.

La rappresentazione dei corpi, inoltre, è molto – troppo – omogenea: quasi tutte le ragazze hanno corpi magri, mentre è assente un vero personaggio grasso, persino tra le comprimarie.

In compenso, il film vanta una colonna sonora non indifferente: le scene sono accompagnate a suon di Rebel Girl delle Bikini Kill che fanno la loro comparsa in diversi fotogrammi del film.

Tuttavia uno dei punti di forza rimane il modo in cui la regista è riuscita ad integrare il tema scottante del femminismo in un contesto puramente adolescenziale. Strafalcioni a parte, il film merita di essere visto.

Assolutamente consigliato!

AS