Di questa pellicola, oggi, se ne parla davvero poco o niente. Ed è veramente un peccato.
Non dimentichiamoci di Red Cliff
Di questa pellicola, oggi, se ne parla davvero poco o niente. Ed è veramente un peccato.
Utilizzando questo sfondo, la pellicola narra principalmente di personaggi epici, nel senso classico del termine, che costellano le fila dei due sovrani che si oppongono al malvagio Cao Cao. In particolare lo stratega Kongming e il capitano Lu Su sono i due protagonisti principali, insieme proprio all’antagonista, ma in generale ogni personaggio che compare riesce a trovare il suo spazio per essere memorabile.
La sceneggiatura, infatti, è incentrata proprio sulle figure umane, regalandoci momenti epici senza bisogno di sfoderare spade. Come gli stupendi dialoghi che impreziosiscono tutta la visione, sequenze che scorrono lisce durante la trama e che rendono i personaggi veri. Ma non solo. Gran parte della pellicola infatti si incentra sulle macchinazioni e le astuzie – alcune onorevoli, altre ripugnanti – che i contendenti si sferrano l’un l’altro, per erodere morale e rifornimenti. Dopotutto “La guerra si fonda sull’inganno“ dice Sun Tzu ne l’Arte della Guerra.
E poi, ovviamente, le gigantesche scene di battaglia. Anche qui la strategia la fa da padrone, poiché ogni combattimento si basa sempre su un piano ben studiato, ma anche l’ardore di coloro che vi partecipano non è da sottovalutare. Nei momenti di azione più frenetica, i generali sfoggiano coreografie tipiche del wuxia, mostrando il loro lato di eroi invincibili. Personaggi che combattono senza paura, perché non sottomessi, al contrario dei generali di Cao Cao. Da non sottovalutare anche le figure femminili presenti, importanti pilastri della narrazione e raffigurate in maniera tutt’altro che politically correct, seppur rimanendo abbastanza fedele al periodo storico; tutto questo si mescola in un continuo scorrere di momenti intensi, con un ritmo incessante, ma equilibrato.
La narrazione incalzante che John Woo sceglie di adottare, infatti, è vincente in ogni sequenza. Mai frettoloso né eccessivamente lento, il film si muove costantemente tra momenti di discussione, pianificazione e ragionamento, dove primi piani strettissimi sui personaggi e movimenti di macchina calibrati, ci accompagnano nelle filosofiche elucubrazioni dei generali e strateghi, e momenti di tensione, battaglia e conflitto – anche verbale – dove velocizzazioni, zoom e movimenti rapidi, proiettano lo spettatore all’interno dell’azione, anche in scene puramente discorsive. Ad esempio, è monumentale la sequenza della “sfida” di musica tra Kongming e Lu Su, una momento di comprensione reciproca che non ha bisogno di parole. Mentre la musica dei Guqin corre, inquadrature bellissime si susseguono, per poi bloccarsi all’improvviso sui volti dei presenti. Una fotografia eccelsa rende il momento quasi mistico. Una scena, per non descriverle tutte. John Woo non ha lesinato nell’utilizzo di un sua cifra stilistica autoriale, che rende il film ancora più intrigante.