Dune: l’opera da record di Frank Herbert
Dune, opera di Frank Herbert originariamente pubblicata in due parti tra il 1963 e il 1965 sulla rivista Analog – la più longeva e famosa rivista di fantascienza – per poi apparire in un volume singolo nello stesso ’65, detiene due primati per la quale viene ricordata e considerata uno dei perni principali della fantascienza moderna.
Il primo è il record di vendite: 12 milioni di copie in tutto il mondo, che la porta a essere l’opera di fantascienza più venduta della storia. Il secondo, invece, va ricollegato a uno dei temi portanti della saga: l’ecologia, che andremo ad affrontare poco più avanti, dopo aver fatto delle doverose premesse.
Arkonnen e Fremen: i colonizzatori e i colonizzati
Il pianeta Arrakis, anche chiamato Dune, è estremamente inospitale. Completamente coperto da un unico, immenso deserto, Dune ospita una scarsa popolazione nativa – I Fremen – costretti a vivere di stenti grazie a delle tute distillanti, risparmiando ogni goccia d’acqua. La superficie è costantemente spazzata da tempeste e uragani e le profondità del deserto ospitano i pericolosissimi vermi delle sabbie.
Nonostante i suoi enormi difetti e la sua scarsa capacità di ospitare vite umane, Dune è in assoluto il più importante pianeta della Galassia, in quanto è l’unica fonte della più preziosa merce per l’impero: la spezia.
All’inizio del primo volume, il pianeta è affidato al controllo degli Arkonnen, che trattano la popolazione nativa alla stregua di animali da cacciare fino alla loro completa estinzione. Questo, ovviamente, ha indotto i Fremen a odiare e a combattere con tutte le loro forze gli Arkonnen. Il colonizzatore contro il colonizzato, una delle forme di guerra più antiche del mondo.
Gli Shai-Hulud, i Creatori
Elemento onnipresente in questo enorme pianeta desertico sono i cosiddetti vermi delle sabbie. Questi esseri, chiamati dai Fremen Shai-Hulud, i Creatori, sono il perno fondamentale per l’ecosistema creato da Herbert.
I vermi del deserto possono raggiungere lunghezze pari a centinaia di metri e un diametro di una decina. Una bocca ricoperta da denti enormi (che vengono utilizzati dai Fremen come armi da combattimento sacre, chiamati Cryss) di eccezionale durezza. L’unico modo per sopprimere un Creatore è tramite folgorazione, oppure annegandolo.
Ebbene sì, l’acqua è velenosa per queste creature. Ma in un pianeta desertico dove l’acqua è praticamente un miraggio, dovrebbe non essere un grosso problema, no?
Il verme delle sabbie è una creatura estremamente pericolosa, essendo molto aggressivo. Attacca ogni fonte di rumori ritmici: passi, martelli, macchinari, qualunque cosa non abbia il suono che sono abituati a sentire, ovvero l’armonia delle sabbie nel deserto.
I Fremen sono gli unici ad avere sviluppato un particolare rapporto con i vermi. Per prima cosa, hanno imparato a evitare i loro attacchi imitando l’andatura degli animali che abitano normalmente il deserto: il suono dei loro passi è strisciante, imitano la sabbia che scorre nelle dune. Poi, hanno inventato un particolare strumento utilissimo per attirare ovunque vogliano un verme del deserto: il martellatore. Quest’ultimo viene utilizzato come diversivo creando un suono ritmico e continuativo, convogliando le enormi bestie del deserto dove i nativi di Dune desiderano.
Il melange, la spezia di Arrakis
Il matabolismo di questi vermi del deserto ha tre principali prodotti di scarto: l’ossigeno, la sabbia, e il melange, prodotto principalmente dalle larve. Se siete lettori di Dune, probabilmente la parola melange non vi è del tutto sconosciuta ma, per chi non lo sapesse, questo non è altro che la spezia.
La spezia è una sostanza biologica che presenta un fortissimo odore di cinnamomo. Il suo valore di mercato è altissimo ed è la principale merce di scambio nell’Impero. La spezia, nell’Universo di Dune, è fondamentale per diversi motivi, ma quelli più proficui sono di certo due. Il melange è una droga fortissima, che crea enorme dipendenza in chi ne fa uso. L’assunzione regolare estende la durata della vita umana di centinaia di anni.
In alcuni individui predisposti geneticamente, la spezia offre doti di preveggenza. Questo potere viene utilizzato principalmente dalla Gilda Spaziale. La Gilda è l’organizzazione che detiene il monopolio dei trasporti fra i mondi dell’Impero. Gli individui dotati di preveggenza vengono costantemente immersi nei vapori della spezia, il che permette loro di pilotare le astronavi trovando il percorso più sicuro attraverso lo spazio-tempo. Questo implica, ovviamente, l’enorme importanza della spezia per tutto l’Impero. Senza di essa, in pratica, i viaggi nello spazio sarebbero quasi del tutto impossibili.
Le controindicazioni del melange
Ma il melange ha anche delle controindicazioni. Chi ne fa uso costante, arriva a non poterne più fare a meno. Il mancato assorbimento della spezia porta, inevitabilmente, alla morte. Questo è uno dei motivi per la quale gli abitanti di Arrakis non possono abbandonare il pianeta.
La raccolta della spezia è complessa, costosa e soprattutto molto, molto pericolosa. La maggior parte del melange viene raccolta mediante enormi veicoli: le mietitrici, pilotate da umani. Ovviamente, come tutte le macchine, producono un fortissimo rumore ritmico, che inevitabilmente attira i vermi del deserto. Una volta che una mietitrice è all’opera, l’arrivo di un Creatore sarà solo questione di tempo.
Gli enormi effetti positivi quali l’estensione della vita umana per diversi secoli e il dono della preveggenza sfruttato dalla Gilda per i viaggi spaziali rende il melange un bene prezioso e fondamentale per tutto l’Impero, e quest’ultimo non si è posto alcun problema nel colonizzare un intero pianeta per prenderne possesso.
Il secondo record di Dune: la prima opera di fantascienza ecologica
Vi abbiamo illustrato le fondamentali premesse per quanto riguarda la saga di Herbert, ma ovviamente non è tutto. Questo ciclo dispone di un sistema piacevolmente complesso e strutturato: si parte dal pensiero filosofico alla base dell’opera per arrivare a tutti i piccoli tasselli che vanno a creare un’ambientazione mediorientaleggiante, con numerosissimi richiami alla cultura islamica, che di certo non passano inosservati anche a un occhio meno attento.
Il secondo record, secondo noi molto più importante del primo, è che Frank Herbert, con il suo Dune, è stato il primo autore di fantascienza ad aver creato un vero e proprio sistema ecologico del tutto autosufficiente, descritto nei minimi dettagli. Questo rende Dune, a tutti gli effetti, la prima opera di fantascienza ecologica, il primo romanzo che pone la coscienza di ogni lettore di fronte alle conseguenze estreme del consumismo.
La storia del deserto di Arrakis, e dei Fremen […] è la storia di chi vuole difendere la natura del pianeta, e soprattutto, è la visione di un uomo che ha a cuore la sorte della terra in cui vive, e che vedeva già nell’ormai lontano 1960 le tristi conseguenze di un’insensata predazione delle risorse da parte dell’homo sapiens.
Introduzione di Sandro Pergameno presente in Dune, ed. Fanucci 2012.
La sfida ecologica di Dune
La citazione di Pergameno parla di 1960, ma non è poi così distante dall’era contemporanea. Come sostiene Maria Flaminia Zacchilli nel suo articolo dedicato a Dune,
Sembra un’epoca così lontana da essere intangibile, ma è fin troppo moderna. Paradossalmente, infatti, è il deserto a rappresentare una delle possibilità per debellare tale problema. Uno statunitense pubblicato da Nature Climate Chance nel 2014, evidenzia come il clima desertico assorbe una grande quantità in eccesso di CO2, e uno studio dell’università di Hohenheim evidenzia che tale possibilità può essere migliorata dall’intervento umano piantando vegetazione.
Da wateronline.info
In Dune, infatti, la soluzione al grandissimo problema del pianeta arido e inospitale risiede proprio nel deserto. Il grande piano segreto dei Fremen è quello di rendere abitabile il proprio pianeta sfruttando piccole falde acquifere, una tecnologia superiore. E piante, tantissime piante.
Quello che il resto dell’Impero non sa, in effetti, è che i Fremen vogliono rendere Arrakis abitabile: un mondo dove non si debba centellinare l’acqua. A tutti gli effetti una vera e propria sfida ecologica. Ovviamente, questo andrebbe contro i piani dell’Impero: perché l’acqua uccide i vermi e senza di loro, niente spezia. E senza il melange, come potrebbe sopravvivere?
Colonialismo e guerre: niente di così distante dall’era contemporanea
L’opera di Frank Herbert, secondo noi, ha anche un altro motivo per la quale dovrebbe essere ricordata e letta almeno una volta nella vita: è estremamente contemporanea.
Benché scritta nel 1960, Dune porta avanti messaggi attuali; a partire dallo sfruttamento delle risorse, che si ripercuote inevitabilmente sull’economia, ma soprattutto sull’ambiente. Un altro tema non poi così tanto distante dai giorni nostri è il colonialismo e lo sfruttamento delle risorse del terzo mondo. Paesi poveri ma sfruttati dalle grandi potenze mondiali per i propri profitti: il denaro messo sempre al primo posto, sopra a ogni cosa.
Dune era, è e rimarrà per sempre un’opera importantissima, adatta a tutti i lettori che verranno dopo di noi. Tutti, appassionati di fantascienza e non, dovrebbero leggerla almeno una volta, anche solo per i temi importantissimi che l’opera mette in risalto.
RF