Trilogia della Terra Spezzata di N. K. Jemisin
Portata in Italia da Mondadori per la collana Oscar Fantastica, la Trilogia della Terra Spezzata di N.K. Jemisin si è imposta nel panorama fantastico per la sua originalità e la stesura di un mondo talmente vivido da lasciare senza fiato.
Con quest’opera la scrittrice è diventata la prima donna afroamericana ad aggiudicarsi il premio Hugo per tre anni consecutivi (2016-2018) insieme al premio Nebula. Inoltre è, a oggi, considerata l’autrice che ha ridefinito e rivoluzionato la letteratura fantastica ponendosi accanto a scrittrici del calibro di Ursula Le Guin.
Ciò che devi ricordare è questo: la fine di una storia è solo l’inizio di un’altra.
È già accaduto, dopo tutto. La gente muore. I vecchi ordini passano. Nascono nuove società.
Quando diciamo: “È la fine del mondo”, di solito è una bugia, perché in realtà il pianeta sta bene.
Ma è così che finisce il mondo.
È così che finisce il mondo.
Per l’ultima volta.
La Trilogia della Terra Spezzata è infatti un’opera fortemente ambiziosa, che unisce sapientemente elementi fantasy e della science fiction a tropi narrativi post-apocalittici.
Intricata e baroccamente dettagliata, spicca per la gestione di un worldbuilding che affascina il lettore con peculiari tecnologie, creature umanoidi plasmate dalla terra stessa (i Mangiapietra) e un sistema magico originale che unisce la magia ai flussi geologici.
L’opera è infatti ambientata nell’Immoto, un territorio soggetto alle cosiddette Quinte Stagioni: catastrofi climatiche che devastano le viscere della Terra portando a cambiamenti ambientali apocalittici.
Queste stagioni possono essere avvertite e controllate (se non addirittura provocate) dagli Orogeni, umani con la capacità di “sensire”, cioè percepire e plasmare l’energia della Terra.
A causa del loro potere sono odiati, perseguitati, uccisi fin da bambini appena manifestano le loro capacità.
Alcuni sono affidati al Fulcro, che li controlla tramite i Custodi, garantendo in questo modo che i loro poteri siano sempre al servizio della comunità ma di fatto schiavizzandoli.
L’inizio della storia coincide proprio con l’avvento di una nuova stagione.
Un’enorme frattura percorre infatti l’intero Immoto, una faglia che riversa tanta cenere da oscurare il cielo e distruggere intere città.
Ma la storia inizia anche con un tradimento imperdonabile, con un figlio assassinato e una figlia rapita. Con i traumi del passato che riemergono dolorosamente.
In questo mondo stravolto e sull’orlo del collasso conosciamo Damaya, Syenite ed Essun.
Tre donne diverse, tre storie diverse, che si intrecciano verso un destino comune, verso una fine che racchiude dolore e speranza.
Con l’alternanza di diversi punti di vista in seconda e terza persona singolare Jemisin costruisce, con maestria, una narrazione estremamente profonda e complessa, giocata su rimandi e sottili collegamenti.
Nessun dettaglio è casuale e ogni pezzo della storia si incastra perfettamente in questo intricato puzzle. Le domande troveranno risposta lasciando però nel lettore un retrogusto amaro perché la crudeltà e il dolore sembrano non lasciare spazio ad altro.
Se il primo volume guida il lettore in questo nuovo mondo – e davanti ai suoi occhi vengono svelati i costrutti sociali e le capacità degli orogeni – i libri successivi si concentrano maggiormente sui personaggi e la loro psicologia.
L’autrice pone abilmente il lettore nella prospettiva di coloro che vengono marginalizzati da una società che li sfrutta e disumanizza. Il risultato è così una profonda narrazione dell’animo umano, di personaggi imperfetti e spezzati come la loro terra, che provano, malgrado tutto, non solo a sopravvivere ma a cambiare le cose.
Il cuore pulsante di questa trilogia risiede nell’inserimento di temi fortemente attuali.
Mostra la violenza perpetrata da un sistema oppressivo, l’eccesso di potere, le ingiustizie sociali. Ma si concentra anche sull’aspetto ambientale e sul messaggio di salvaguardia da uno sfruttamento senza freni.
La Jemisin ha un talento raro nel gestire temi tanto complessi senza scadere nel banale, anzi, portando il lettore a interrogarsi e riflettere.
La Trilogia della Terra Spezzata mostra la violenza in tutte le sue forme, anche quelle più subdole.
Dà voce a storie di dolore, di persone che sono diventate loro malgrado meri strumenti e che provano a riconquistare la loro umanità.
Una storia in cui la Terra stessa assume il ruolo di personaggio e rabbiosamente racconta la sua sofferenza.
Padre Terra ragiona in ere, ma non dorme mai e poi mai. E non dimentica.
Per la sua complessità e maestria nel gestire una storia di questo calibro, in grado di far riflettere su temi come l’oppressione razziale, i sistemi sociali costruiti su ingiustizie e cambiamenti climatici dovuti a uno sfruttamento irrazionale, Jemisin si è guadagnata di diritto un posto tra i grandi della letteratura che hanno rivoluzionato i canoni del genere fantastico.
Non sorprende quindi che il canale americano TNT abbia acquistato i diritti per sviluppare una serie TV scritta da Leigh Dana Jackson e con produttori esecutivi Dan Friedkin, Tim Kring e Justin Levy.
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